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SVB Bank

Negli ultimi giorni non si fa che parlare del fallimento della Silicon Valley Bank, diciottesima banca degli Stati Uniti con oltre 270 mld di dollari nei conti correnti.

I clienti di questa banca sono, quasi interamente, start up che lavorano nella Silicon Valley.

Le suddette giovani imprese tecnologiche, nel 2021 hanno raggiunto valutazioni record, riuscendo a ottenere miliardi di finanziamenti dai venture capital che, presi dall’euforia di arrivare per primi su un investimento interessante, gonfiavano la loro proposta per entrare a partecipare al capitale di quella start up.


Tali aziende high tech hanno però una peculiarità: bruciano molte risorse in progetti di ricerca e sviluppo, impiegando solitamente diversi anni e investimenti milionari per arrivare sul mercato con un prodotto che effettivamente genera dei ritorni per i propri azionisti.

In uno scenario economico con tassi d’interesse prossimi allo 0, investire e bruciare cassa a debito è molto favorevole e conveniente in quanto il costo del debito è praticamente nullo e la leva finanziaria è molto allettante. Negli ultimi dieci anni, infatti, queste aziende hanno sfruttato tale scenario economico in tal senso.


Dallo scorso anno tuttavia, con l’aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione, la categoria delle start up ha sofferto maggiormente poiché è più difficile ribaltare il costo dell’inflazione sui loro clienti e soprattutto il costo del debito è aumentato vertiginosamente. In questo scenario economico solo le aziende più solide e capitalizzate sopravvivono al default, mobilitando i loro conti correnti per ripianare le loro ingenti posizioni debitorie e cominciando a bruciare cassa non più a debito ma con capitale proprio.


Non tenendo conto di questa peculiarità, né prevedendo un imminente aumento dei tassi di interesse, la SVB ha investito la liquidità dei suoi correntisti in treasury americano a 5 e 10 anni, a tassi d’interesse molto bassi. Con l’aumento dei tassi le loro posizioni sul treasury americano (l’equivalente del nostro BTP) sono crollate. Dal canto loro i correntisti sono andati a battere cassa per i motivi citati sopra, costringendo la banca a vendere i loro titoli in perdita di poco meno di 1 mld di dollari. Questa notizia ha fatto allarmare l’universo delle start up clienti della banca che sono andati a chiedere indietro i loro soldi sui conti. La banca ovviamente non avendo quella disponibilità ha dichiarato fallimento.

La sede di SVB Uk è già stata ceduta a HSBC a una cifra simbolica, mentre il governo americano ha garantito tutti i depositi a conto corrente.


Da giorni si teme un effetto contagio, cosa che a mio avviso non avverrà poiché questo è solo un caso di cattiva gestione e non un problema sistemico del mondo bancario, il quale giova di tassi di interesse più alti in quanto riesce a ottenere rendimenti maggiori sui titoli di stato e dai prestiti che emette.



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