Da qualche tempo sentiamo parlare di una nuova strategia di marketing utilizzata dalle aziende per massimizzare i profitti, la shrinkflation.
Questo termine, che nasce dalla fusione delle parole “shrinkage” (contrazione) e “inflation” (rincaro), indica un processo di riduzione delle dimensioni di beni di consumo a parità di prezzo.
In questo periodo, infatti, molti grandi marchi hanno preferito non aumentare i prezzi dei prodotti per non perdere clienti. Molto spesso però, questa rimane soltanto un'illusione in quanto a prezzi costanti corrispondono minori quantità di prodotto offerto.
Ad esempio, se fino a pochi mesi fa compravamo un pacco di patatine o un pacco di biscotti da 500 grammi a 2 euro, oggi nello stesso pacchetto ci ritroveremo allo stesso prezzo soltanto 480 grammi di prodotto.
Questo fenomeno ci dà l'illusione di mantenere invariato il nostro potere d'acquisto quando, in realtà, con la stessa quantità di denaro, compriamo molte meno cose.
In tal modo le aziende affrontano la crisi dei consumi, aggravata dalla pandemia, per assicurarsi un margine di profitto più ampio, spesso senza che il consumatore riesca a notare differenze, visto che in molti casi si tratta di una piccola variazione che però ha un impatto non indifferente su scala industriale.
E tu eri a conoscenza di questo fenomeno?
Come tuteli i tuoi risparmi dall'inflazione e dalla shrinkinflation?
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