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NFT: Investimento alternativo o bolla dei tulipani?

Aggiornamento: 20 gen 2022

I più curiosi avranno di certo sentito parlare della moda del momento tra gli investimenti alternativi, ovvero gli NFT. Un acronimo che sta per Non Fungible Token.

Questo particolare tipo di token crittografato, basato su tecnologia blockchain permette di registrare l’unicità e la proprietà di un bene digitale, in quanto il Token non è condivisibile né intercambiabile. Le maggiori applicazioni al momento sono quelle di rendere uniche delle opere d’arti digitali, le famose crypto art.

Decine di siti propongono ai propri utenti l’acquisto di questi asset digitali, il caso più eclatante di NFT è stata quest’immagine realizzata da un’artista semi-sconosciuto, Beeple, il quale è riuscito ad ottenere dalla vendita all’asta della sua creazione ben 69.5 milioni di dollari.

Una bella cifra non credete?





Il web si è molto diviso su questo nuovo tipo di prodotto, nell’euforia generale molti investitori attratti dalla novità e soprattutto dalla possibilità di diversificare il loro investimento in criptovalute hanno scelto la strada degli NFT per immobilizzare il proprio investimento. Aziende come Nike hanno proposto un modello di scarpe in NFT chiamato “Cryptokicks”, a dimostrazione di come molte aziende vogliono mantenersi al passo con la moda dei tempi. Molte altre hanno cominciato a raccogliere diversi round di capitali al fronte di ingenti vendite di NFT basate sui videogiochi. Quello degli NFT è un mercato che ad oggi vale 14 miliardi di dollari e che secondo la banca Jefferies arriverà ad un valore di 80 miliardi entro il 2025 (fonte: Starting Finance, Wikipedia)

Molti scettici, me compreso, associano questo tipo di investimenti soprattutto per il segmento delle crypto art, alla bolla dei tulipani scoppiata in Olanda tra il 1636 e il 1637, quando i tulipani divennero uno dei prodotti più richiesti in tutta Europa nonché il 4° prodotto per esportazione dei Paesi Bassi tanto da innescare una forza speculatrice fuori controllo che fece arrivare il prezzo dei bulbi a valere alcuni milioni di euro odierni, diversi contadini scambiavano le loro case anche per un solo bulbo di tulipano nella speranza di facili guadagni in breve tempo. Fin quando la bolla non scoppiò il 9 febbraio del 1637 quando all’ennesima asta di bulbi non si presentarono molti dei soliti investitori. A quel punto il prezzo dei tulipani tornò quello pre-bolla, lasciando col cerino in mano tutti gli speculatori che non hanno monetizzato il loro investimento prima che l’euforia terminasse. Se la storia ci insegna qualcosa, anche il valore delle crypto art e di altre categorie di NFT subirà prima o poi un assestamento dei valori di mercato, e magari verrà destinato a una nicchia più ristretta di collezionisti che valuteranno in maniera più razionale il valore da attribuire ai nuovi asset digitali.

Un dato che, secondo me, non andrebbe trascurato è che gli NFT sono un ottimo modo per riciclare denaro, e non pagare le tasse sui rendimenti delle criptovalute. Infatti, Ethereum, la principale criptovaluta usata per le transazioni di NFT, come il Bitcoin, garantisce ai propri investitori l’anonimato. In questo modo, garantisce un ottimo modo per pulire capitali, frutto di proventi illeciti o di elusione fiscale, dando inoltre l’opportunità di immobilizzare l’investimento in un asset tangibile seppur digitale.

E tu cosa ne pensi? È solo una moda passeggera o gli NFT prenderanno sempre più piede come investimento alternativo?




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