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Il consulente finanziario del terzo millennio

Aggiornamento: 20 gen 2022

Esattamente 30 anni fa, nel 1991, lo Stato italiano per la prima volta riconobbe la figura del promotore finanziario, allora tanti giovani, laureati e non, si imbarcarono in questa nuova avventura, che per molti di loro rappresentò la chiave del successo. In un’Italia quasi finanziariamente analfabeta, questi giovani promotori, giravano porta a porta con le loro valigette per vendere i primi fondi d’investimento presenti sul mercato. A distanza di 30 anni possiamo affermare che non è più così, o almeno non dovrebbe esserlo. Dal 2015 infatti, il promotore finanziario diventa consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede e non è più soltanto un venditore di prodotti finanziari, bensì un vero e proprio consulente, come amano chiamarli gli anglosassoni, un wealth manager.


Quindi di cosa si occupa oggi un consulente finanziario, oltre alla promozione e alla vendita di prodotti?

Prima di tutto il consulente finanziario si occupa del cliente. La fase più importante, secondo me, per un buon consulente è saper ascoltare il proprio interlocutore, carpirne i desideri, le ansie e le paure nel compiere investimenti ed in seguito rassicurarlo, facendogli comprendere di essere una guida nel tempestoso mare degli investimenti finanziari, instaurando il più possibile un rapporto di fiducia, suggerendo la migliore strategia e pianificazione finanziaria da adottare.


Il consulente finanziario oggi è una sorta di medico del portafoglio, un professionista che deve valutare lo stato di salute del patrimonio del cliente per poi proporre le giuste cure affinché il ‘paziente’ possa sentirsi meglio e godersi la vita senza doversi preoccupare della propria solidità e stabilità patrimoniale.

A differenza di trent’anni fa, i mercati si sono evoluti e con essi le competenze che servono per comprenderli, analizzarli e adottare le scelte più efficienti in grado di soddisfare le esigenze del cliente, le informazioni viaggiano veloci e soprattutto sono una mole non indifferente.

Un buon wealth manager oggi dovrebbe avere delle ottime conoscenze informatiche, sia dal punto di vista analitico, che gli permettono di selezionare dall’enorme calderone di prodotti esistenti sul mercato quelli adatti ad ogni cliente; sia dal punto di vista comunicativo. Infatti, saper presentare le performance e le analisi di scenario di portafoglio in maniera accattivante e allo stesso tempo in modo efficace e intuitivo è una skill determinante nell’attuale realtà.

Il consulente finanziario maestro de todo esperto de nada, nell’epoca delle ultraspecializzazioni, è una figura abbondantemente superata. Saper riconoscere i propri limiti, senza far finta di sapere tutto, non è un disvalore bensì un valore aggiunto agli occhi del cliente. Per questo Azimut Capital Management mette a disposizione dei suoi consulenti degli specialist, per ogni tipo di servizio o prodotto, in grado di integrare le competenze del consulente, offrendo una marcia in più al momento del colloquio con il cliente.


E tu come pensi debba essere il tuo consulente?

Il tuo attuale consulente ha queste qualità?

Se pensi anche tu che il tuo consulente debba avere queste caratteristiche non esitare a contattarmi per prenotare una consulenza gratuita.















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