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Credit Suisse: Il crollo di un altro colosso

Dopo SVB bank, crolla anche uno storico colosso del settore bancario europeo: Credit Suisse.

Ne avevamo parlato tempo fa, in merito all'impennata dei prezzi dei suoi credit default swap, cioè quei titoli derivati che permettono di immunizzare i creditori nel caso di fallimento della banca.

Bene, durante il weekend la banca centrale Svizzera e il governo hanno trovato un accordo per la cessione di Credit Suisse a UBS, altro gigante del mondo bancario svizzero.

UBS acquista, così, Credit Suisse per 3 mld, prezzo scontato del 60% rispetto alla quotazione di chiusura del venerdì precedente. Tutto ciò con una garanzia governativa di 9 mld di CHF a copertura delle perdite dopo che UBS ne abbia sostenute 5 mld di CHF ed una linea di credito da 100 mld dalla banca centrale. In più la banca centrale ha previsto l'azzeramento degli AT1 bond per 16 mld. Gli AT1 sono dei bond subordinati convertibili in azioni nel caso in cui la banca si ritrovi sotto il capitale di vigilanza.

L'anomalia sta nel fatto che i detentori di AT1 (coco bonds) hanno una seniority maggiore rispetto agli azionisti, principio secondo il quale dovevano essere loro tutelati per primi a discapito degli azionisti che, dal canto loro, hanno ricevuto 1 azione UBS ogni 22.5 azioni Credit Suisse da loro detenute.

I risvolti legali della vicenda sono tutti in divenire, in quanto non sono state interpellate neanche le assemblee straordinarie dei soci di entrambe le banche che potevano opporsi al deal.

UBS d'altra parte, escluse le vicende legali che dovrà affrontare, ha chiuso secondo molti osservatori "il deal della vita". Nasce così un colosso bancario da 7.5 trilioni di asset gestiti.

A pagarne il costo saranno, come sempre, gli esuberi che verranno licenziati in fase di ristrutturazione.




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